A la salut ed Don Checc: Alla salute di Don Checco


Questa era la frase augurale che fino agli anni ’50 accompagnava le bevute di vino fra gli anziani frequentatori dell’Osteria che dall’anno 1904 esisteva in San Zeno, oppure fra quelli che preferivano bazzicare il Caffè dei Barbetti, ubicato in una casa del piccolo borgo lungo la via per Galeata.

Originario di Partina di Bibbiena, quindi Casentino, Don Checc, ovvero Don Francesco Teri, fu titolare della chiesa parrocchiale o, meglio, Arciprete della chiesa di San Zeno dal 1876, anno della sua nomina, al 1918, anno della sua scomparsa. Fu quindi l’uomo più importane e più influente nonché più informato del paese per la bellezza di 42 anni, un lasso di tempo molto, molto lungo per la permanenza di un parroco nella stessa parrocchia.

Essendo nato nel 1837, al momento della nomina aveva 39 anni ed era in possesso di una buona esperienza sia di amministratore che di pastore di anime.  Prima di assumere l’Arcipretura, probabilmente subito dopo il suo periodo di formazione in seminario era stato economo a San Michele alla Montagna di Sansepolcro, poi per 14 anni fu parroco a Strapatenza.

Quando arrivò a San Zeno e assunse la titolarità della parrocchia per qualche tempo si orientò nella nuova realtà, poi si fece raggiungere da una parte della famiglia. Un suo fratello, Michele, comprò dei poderi nei dintorni del paese e dal proprietario di allora di Villa Strada nel 1885 acquistò un pezzo di terreno posto nel borgo, sul lato sinistro della strada per Galeata. Qui costruì quella che ancora adesso è detta la casa dei Teri, ora di proprietà degli ultimi eredi.

Raccontavano gli anziani che gli piaceva stare in compagnia e anche bere qualche buon bicchiere di vino. Frequentava i due locali dove era accolto con familiarità, ma non ci sono pervenute notizie di eccessi o bagordi sconsiderati. Nei loro racconti, gli anziani che gli erano stati compagni riportavano come solo qualche volta, in momenti di solitudine e di sconforto, lungo la strada che lo riportava a casa fra se e se soleva compiangersi pronunciando la frase: Povero don Checc come sei ridotto.  

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